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Coronavirus, attività pubblica e riflessi sull’economia: uno stop o solo una parentesi?

Nell’emergenza, l’attività della Pubblica Amministrazione si è orientata uniformemente a contenere la diffusione del virus.
 
Gli enti del Servizio Sanitario, direttamente coinvolti nella diagnosi e cura, fortemente esposti a un rischio di collasso in caso di crescita esponenziale dei colpiti, sono stati affiancati sostanzialmente dalle amministrazioni di tutti i principali ambiti: le Università e le scuole, che hanno sospeso le attività nelle regioni coinvolte; le forze di pubblica sicurezza e di difesa, impegnate nei servizi di contenimento nelle “zone rosse”; le amministrazioni locali, con ordinanze su locali pubblici e attività commerciali; Tribunali e Corti nel settore della Giustizia, che hanno reimpostato le modalità di celebrazione dei processi; perfino gli organismi competenti sulle attività sportive, con la sospensione degli eventi o il loro svolgimento a porte chiuse.
 
Un impegno eccezionale, che ha certamente prodotto risultati – auspicabilmente definitivi.
 
Ma anche un impegno che ha distolto l’attenzione da tutto il resto, e che ha inciso sull’ordinario funzionamento amministrativo.
 
Non appena sarà superata l’emergenza, sarà dunque essenziale recuperare tutte le attività (giustamente) accantonate. Per scuole e università questo risulterà relativamente automatico, perché amministrazione (docenti) e utenti (studenti) sono abituati a recuperi e a periodi di particolare intensità. 
 
In altri settori, invece, occorrerà una specifica attenzione e una consapevolezza diffusa dell’importanza della “ripresa”: mi riferisco in special modo allo svolgimento delle gare pubbliche rinviate o sospese durante l’emergenza.
Si tratta, del resto, di un ambito essenziale non solo per il funzionamento della pubblica amministrazione, ma anche per l’intero tessuto economico nazionale.
È dunque fondamentale che si diffonda quanto prima un intento condiviso tra tutti i soggetti coinvolti (amministratori pubblici, responsabili del procedimento, funzionari, commissari di gara, imprese, professionisti), nello spirito di un “recuperare il terreno perduto” che, come in passato è capitato nel fronteggiare situazioni di crisi, auspico possa sfociare in una “propulsione del sistema-Paese”, che tanto è mancata negli ultimi anni.